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| Buongiorno, ho letto alcune cose non vere che mi sento in dovere di rettificare.
Per utilizzare un brano attinto dal repertorio discografico bisogna chiedere una liberatoria (scritta) all'artista e/o al suo editore. Questa viene solitamente concessa dietro (lauto) compenso.
Per quanto riguarda artisti deceduti da oltre 70 anni e' possibile utilizzare il brano gratuitamente solo se te lo suoni tu o se lo fai eseguire da qualche tuo amico (anche fosse, perche' no, un'orchestra sinfonica).
In caso contrario e' la casa discografica (Decca, Sony Music, Deutsche Grammophon, etc.) che detiene i diritti di quella particolare versione/interpretazione, che ne so, il Requiem di Mozart o la Quinta di Beethoven (anche se composti da artisti certamente morti da tempo). Bisogna dunque chiedere (dietro lauto compenso) il permesso alla casa discografica.
La SIAE purtroppo non c'entra nulla, il suo esclusivo scopo e' certificare con il deposito la paternita' di un brano e raccogliere i diritti derivanti dalla sua pubblica esecuzione, riproduzione, diffusione. Non tutela il diritto di autore e non protegge dal plagio o dall'uso improprio del prodotto dell'ingegno. A quello, nel caso, ci deve pensare l'autore con i propri avvocati, se ha nozione dell'abuso.
Spero di essere stato utile. Ti consiglio di affidarti a un compositore e non di usare brani di repertorio: l'apporto umano e artistico di una figura terza (se consapevole) rappresenta sempre e in ogni caso uno straordinario valore aggiunto, anche se non si tratta di Brahms o Stravinskij.
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